I colonialisti ritrosi – Il Cobalto

Cosa è il colonialismo?

Il colonialismo è un sistema di dominio politico ed economico attraverso il quale un paese (il “colonnizzatore”) esercita il controllo su un altro paese (la “colonia”).

Questo controllo può assumere molte forme, quelle più evidenti sono la presenza di governi coloniali, l’insediamento di coloni stranieri, la restrizione delle libertà civili e religiose, la cancellazione delle culture e delle lingue locali. Sono forme che implicano un impegno fisico e massiccio da parte del colonizzatore, con un coinvolgimento diretto in tutti gli aspetti di governo del colonizzato.

Ma altre forme sono meno apparenti anche se non meno coercitive. Ad esempio la creazione di infrastrutture per il commercio e lo sfruttamento delle risorse del territorio colonizzato, la spinta, con incentivi economici sulle popolazioni locali per lavorare per i colonizzatori.

Qualunque forma assuma il colonialismo spinge le popolazioni locali in una schiavitù nei confronti dei colonizzatori. Che sia una schiavitù nella forma di sottomissione economica o diretta, è sempre una schiavitù imposta dal colonizzatore.

Quado è nato? È finito?

Il colonialismo ha avuto una lunga storia nell’umanità e in tutto il mondo. Gli esempi noti di colonizzazione vanno dalle antiche civiltà greca e romana, all’espansione degli imperi Europei come lo Spagnolo, il Britannico, il Francese o l’olandese.

Il colonialismo è associato con la violenza, lo sfruttamento e la soppressione delle popolazioni locali, e ha avuto un impatto duraturo sulle culture, le economie e le politiche dei paesi che sono stati colonizzati.

Nel XX secolo si è radicato il pensiero che il colonialismo sia un sistema finito e superato. Che la democrazia, diffusa il più possibile, abbia modificato gli stati colonialisti e li abbia redenti dalle violenze di cui sono stati capaci nel da sfruttatori ed oppressori a partner economici o collaboratori umanitari.

Questo perché per età o era colonialista ci si riferisce a un periodo storico in cui le potenze europee (principalmente Portogallo, Spagna, Gran Bretagna, Francia, Paesi Bassi, Belgio e Germania) hanno colonizzato gran parte del mondo, a partire dal XV secolo fino alla fine del XIX secolo e all’inizio del XX secolo.

Durante questo periodo, gli europei esplorarono, conquistarono e dominarono numerose terre e popolazioni in Asia, Africa, Americhe e Oceania. La colonizzazione fu spesso accompagnata da violenza, schiavitù, sfruttamento delle risorse e la distruzione di culture e tradizioni locali.

L’era coloniale è stata un’epoca di profondi cambiamenti nella storia mondiale, che ha portato a un aumento della globalizzazione e della diffusione delle ideologie occidentali. L’età coloniale ha anche influenzato la geopolitica, l’economia e la cultura dei paesi colonizzati, e gli effetti di questa era si fanno ancora sentire oggi.

La realtà, soprattutto quella che non riesce a frequentare molto i media occidentali, quando emerge mostra che questa era non è finita. Gli stati colonialisti sono passati da un colonialismo impegnativo ad uno efficiente.
 
L’efficacia del colonialismo, nel senso dello sfruttamento delle colonie, di fatto è rimasta. Ma è aumentata l’efficienza dei Colonialisti
Anzi con la globalizzazione ed il prosperare delle Multinazionali, il colonialismo ha espanso il numero di colonizzatori. Il vero cambiamento c’è stato per loro in quanto instaurare una colonizzazione e mantenerla è diventato meno impegnativo perché non è più necessario sostituirsi fisicamente allo Stato ed al Governo del Colonizzato per poterlo sfruttare. Le nuove forme di colonizzazione hanno un altro indubbio vantaggio. Lo stato Colonizzatore può abbandonare rapidamente, e senza grosse ripercussioni, il Colonizzato quando gli conviene.

Perchè, esiste ancora il Colonialismo nel XXI secolo?

Ripeto che l’idea che il Colonialismo sia finito è l’idea dominante. La sensazione è che ci siamo (noi di cultura occidentale) lasciati alle spalle questo periodo che viviamo come un peccato del passato. Questa idea è talmente diffusa che anche un “raccoglitore di informazioni” automatico e, in teoria, estraneo da influenze culturali, come ChatGPT alla domanda “Ora esiste il colonialismo?” risponde:

Anche se il colonialismo storico è terminato, alcune forme di dominio economico, politico e culturale continuano ad esistere nel mondo contemporaneo. Ad esempio, alcuni paesi sviluppati mantengono ancora una forte influenza economica e politica sui paesi in via di sviluppo, spesso attraverso organizzazioni internazionali, accordi commerciali, prestiti e investimenti. Questa influenza spesso favorisce gli interessi dei paesi più ricchi a discapito di quelli più poveri. Inoltre, il neocolonialismo si riferisce ad alcune forme di controllo indiretto esercitate dai paesi industrializzati sui paesi in via di sviluppo. Ciò può avvenire attraverso la pressione politica, la dipendenza economica, l'ingerenza nelle questioni interne dei paesi più deboli, il controllo delle risorse naturali e la perpetuazione delle disuguaglianze sociali ed economiche. In sintesi, mentre il colonialismo storico è terminato, alcune forme di dominio economico e politico che ricordano le dinamiche del passato continuano ad esistere nel mondo contemporaneo.

Invece io penso che si debbano usare i termini corretti. Non esistono “acora alcune forme di dominio economico, politico e culturale”, esiste ancora il Colonialismo. In forma diversa, più subdola, ma non meno oppressivo e sfruttatore.

Prevalentemente esercitato ancora dagli stessi stati, che lo hanno trasformato in forme di dominio meno compromettenti, ma anche da molte multinazionali.

Gli effetti del Colonialismo nel XXI secolo

Nel XIX secolo i vantaggi e le finalità del Colonialismo erano esplicite, chiare e conosciute, in modo diffuso, anche dalle masse. Ora questo collegamento diretto è sparito.

Se nel XIX sembrava ovvio (e normale) a tutti che un capo di cotone si poteva avere grazie alla manodopera dei coloni, oggi questo non è più considerato normale. Anzi, se chiediamo in giro chi è d’accordo che si eserciti una condizione di sottomissione di altre popolazioni per ottenere dei vantsggi, otterremo la gran parte di risposte negative. Queste risposte vengono dal fatto che non vogliamo vedere come le nostre azioni, abitudini e modelli di consumo, sono smaccatamente Colonialiste.

Insomma siamo Coloniztori ma non vogliamo sentircelo dire.

Qui sotto c’è un bel filmato che considera il cobalto. Sbattendoci in faccia la condizione di chi estrae e lavora quel materiale e i marchi dei prodotti a noi così cari, ci fa capire quanto siamo tutti ancora Colonialisti.

Questa consapevolezza è alla base di qualsiasi scelta. Possiamo essere d’accordo che ciò accada ed essere Colonialisti felici. Oppure voler cambiare le cose e cercare di esserlo un po’ di meno. Ad oggi non esserlo suona utopistico.

Buoina visione.

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